A prendersi cura di veicoli connessi saranno autoriparatori sempre più specializzati. In Italia però il calo d’iscrizioni agli istituti tecnici desta non poche preoccupazioni tra le aziende, che faticano a trovare i profili ricercati. Per Giuseppe Polari, direttore de ‘Il Giornale del meccanico’, la causa va cercato in una visione obsoleta della figura del meccanico “Una volta chi decideva di lavorare in officina, preferiva la pratica allo studio. Oggi invece, servono conoscenze che si apprendono solo attraverso un preciso percorso formativo, e che non riguardano solo le competenze tecniche”
Quando si parla dell’officina 4.0, il pensiero corre subito a veicoli connessi e a guida autonoma. Mentre si pensa poco a chi e come saranno i professionisti di domani che dovranno prendersi cura di queste auto. A lavorare all’interno di centri d’assistenza iper-tecnologici, saranno meccatronici, informatici, ingegneri meccanici e periti tecnici specializzati. Capaci di utilizzare strumenti e macchinari dotati d’intelligenza artificiale. Ma, se questa è la visione dell’autoriparazione del futuro, l’oggi è costellato ancora da troppe incertezze a cominciare proprio dalla ricerca del personale che dovrà svolgere questi mestieri.
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